mercoledì 19 novembre 2014

IULIA GRAY

Salve, gente, oggi sono qui con una nuova recensione per l'angolo emergenti. Voglio presentarvi "Iulia Gray", romanzo autopubblicato di Maria Rosaria Fioravante. Classe 1986, campana, laureata in pubblicistica e in filologia moderna, Maria Rosaria è prima di tutto un'appassionata lettrice di Tolkien e Conan Doyle (tra gli altri), le cui influenze si sentono in questo suo primo romanzo.
Scopriamolo insieme.


TRAMA:
Iulia Gray è una bambina infelice e vittima di abusi quando scopre la Musica. E sarà proprio questa la sua salvezza e al tempo stesso la sua condanna: mandata dal proprio padre in una prestigiosa accademia musicale, incontra qui l'uomo che la condurrà alla morte e l'uomo che le darà una nuova vita immortale, trasformandola in una vampira.
La ragazza abbraccerà questa nuova vita solo per poter proteggere la sua bambina neonata, che le hanno strappato: in questo modo potrà farla crescere negli agi, anche se non potrà mai vederla.
Mentre sua figlia cresce serena, Iulia si trova catapultata in un nuovo mondo e un mistero si affaccia all'orizzonte...

RECENSIONE:
Ottimo romanzo d'esordio, questo di Maria Rosaria Fioravante. Una storia originale, graffiante e avvincente, che ben si inquadra nel filone stokeriano dei vampiri (quindi, se siete in cerca di un nuovo Twilight, per favore stare lontano da questo romanzo!).
La storia inizia con Iulia Gray imprigionata in una cella e procede tramite lunghi flashback per svelarci il passato di questa vampira. In questo mantiene costante l'attenzione del lettore, rendendo impossibile abbandonare il romanzo e facendo desiderare immediatamente il seguito (è il primo di una saga, ndr).
Tutto ciò è dovuto anche all'utilizzo da parte della giovane autrice di uno stile duttile, che ben si adatta alle diverse situazioni presenti nel romanzo: divertente e interessante è, ad esempio, l'uso del dialetto napoletano, in una parte della storia.
Ho apprezzato molto il ricorso alle antiche ballate in lingua gaelica, che l'autrice ha usato con grande perizia, inserendo testo e traduzione a fianco.
I personaggi sono ben caratterizzati, affascinanti e soprattutto molto "umani". Sembra un controsenso (dal momento che si tratta di vampiri), ma in realtà non lo è: non sono infallibili, non sono invulnerabili, non sono perfetti. Sbagliano e possono essere uccisi, come tutti noi.
Sostanzialmente è una storia molto fruibile. In che senso? Nel senso che il merito dell'autrice è di aver creato una storia che va oltre l'etichetta di "storia di vampiri". I vampiri sono protagonisti e, al tempo stesso, sfondo della vicenda, cosa che rende gradevole la lettura anche a chi - come me - non è amante di questo tipo di storie.
Il romanzo di Maria Rosaria Fioravante si potrebbe definire più un thriller con sfondo gotico che un urban fantasy. Iulia e Matthew Trent (altro importante personaggio del romanzo) sono anche detective. Siete pronti per risolvere il loro caso?
Per il momento è tutto.

Biancaneve

domenica 16 novembre 2014

UN VERO MASTERPIECE

Salve lettori, rieccomi con l'abituale recensione domenicale. Oggi ho scelto di leggere e criticare per voi La distanza da Helsinki, romanzo d'esordio di Raffaella Silvestri. Se il nome non vi risulta estraneo è perché l'avete udito spesso in tv: la Silvestri ha infatti partecipato al discusso primo talent show per scrittori, Masterpiece, classificandosi seconda.
Non vi nascondo che, avendo seguito il programma (come voi saprete), ho tifato per lei. Sono stata affascinata fin dal primo momento dalla determinazione di questa ragazza poco più grande di me, dalla sua intelligenza e dalla sua sicurezza. Così mi sono ritrovata a pensare che se Masterpiece non era del tutto un bluff (come si riteneva negli ambienti letterali più colti), la Silvestri era sicuramente da tenere d'occhio.
Quando si è classificata seconda, mi è dispiaciuto molto, anche perché temevo che non avrei potuto leggere il suo romanzo, la cui trama mi aveva già incuriosito in trasmissione. Tuttavia, la Bompiani ha deciso di pubblicare anche il suo libro. E per fortuna!


TRAMA:
Viola è una sedicenne milanese che si sente sempre fuori posto. Kimi è un sedicenne finlandese autistico che non riesce a comunicare se non tramite i tasti del suo pianoforte. Si conoscono a Londra, a un corso d'inglese estivo e diventano amici e, forse, qualche cosa di più, un qualcosa che però non riesce a sbocciare.
Un mese. Questo è tutto il tempo che i ragazzi hanno prima di tornare alle loro vite di sempre, prima di continuare a vivere l'uno senza l'altra. Un mese intenso, divertente, a tratti arrabbiato.
E dopo i due cercano di tenersi in contatto, ma Kimi non risponde alle email, perché ha un rapporto difficile con le parole. E così il mese diventa un giorno. Un giorno all'anno, in cui i due amici cercheranno di sentirsi, di vedersi, di toccarsi, di annullare la distanza che li separa, la distanza da Helsinki, dove il ragazzo vive.

RECENSIONE:
La distanza da Helsinki è uno di quei romanzi che non si vorrebbe finire di leggere. Non perché sia noioso e lo si voglia abbandonare, ma perché non si desidera altro che continuare a leggerlo, all'infinito. Si desidera vivere in quelle pagine per non lasciare sola Viola, per abbracciare Kimi almeno una volta...
E' un romanzo intenso. La storia è forte, ma tutt'altro che pallosa. E' coinvolgente, prende per mano il lettore e lo trascina a Londra, poi a Milano, poi a Helsinki, poi di nuovo a Londra... Permette una conoscenza approfondita dei personaggi, intima quasi.
La storia è narrata dai diversi punti di vista dei due protagonisti: questo, però, senza usare la prima persona e neanche la tecnica - ormai inflazionata - di scrivere due diverse versioni dello stesso avvenimento da parte dei due personaggi.
Lo stile di Raffaella Silvestri è molto interessante. E' uno stile duttile, a tratti colto, a tratti semplificato. Buona l'idea di utilizzare mezze frasi in inglese, per rendere meglio alcuni concetti (scelta peraltro giustificata dal fatto che quasi metà della storia si svolge a Londra).
Nota di merito: aver reso l'autismo di Kimi in modo autentico. L'autrice non ha calcato la mano su questo particolare, non ha inserito isterismi inutili, non ha reso Kimi patetico o da compatire. E questa è stata la cosa che più mi è piaciuta di questo romanzo.
Potrei parlarvi per ore di questo libro, ma mi fermo qui. Sapete perché? Ve lo dirò: è quel tipo di romanzo che non si può descrivere, si deve leggere e basta. Ed è questo il mio consiglio: leggetelo, perché vi farà ridere, piangere, sperare, sognare, arrabbiare...
Leggete questo libro. E' il miglior romanzo che mi sia capitato fra le mani negli ultimi mesi. E per dire così, vuol dire che è realmente un 'masterpiece'.
Per il momento è tutto.

Biancaneve

domenica 2 novembre 2014

IL RITORNO DI J.K. ROWLING

Buon giorno e buona domenica a tutti! Eccomi tornata per la mia prima recensione dopo la laurea e ho deciso di inaugurare il mio nuovo percorso di vita leggendo Il baco da seta della mia adorata J.K. Rowling.
Devo ammettere che ho letto questo libro con timore. Il precedente, Il richiamo del cuculo, se ricordate, non mi aveva colpita particolarmente. Pur ritenendolo un buon giallo, scritto naturalmente molto bene e con una profonda caratterizzazione dei personaggi, l'ho trovato un po' noioso e di stampo troppo 'classico', cosa che mi permesso di scoprire il colpevole già dalle prime pagine.
E questo nuovo romanzo? Scopriamolo insieme.


TRAMA:
Owen Quine, scrittore mediocre e poco noto, scompare senza lasciare traccia, portando con sé il suo ultimo manoscritto, manoscritto in cui vengono resi noti scandali del mondo editoriale che lo circonda.
All'inizio nessuno fa caso alla sua scomparsa, in quanto è noto che lo scrittore sparisca abitualmente per qualche giorno, per cercare di finire sui giornali.
Quindi, quando la moglie dell'uomo si presenta da Cormoran Strike per chiedergli di trovare suo marito, il compito affidato al detective sembra semplice e privo di rischi. Ma le cose non stanno esattamente così, perché qui nulla è quello che sembra...

RECENSIONE:
Questo è un libro degno di Agatha Christie! Ed è il più bel complimento che io possa fare a un autore di gialli. Agatha Christie è, per me, la regina indiscussa del genere e finora non ho trovato nessuno che possa competere con lei (eccetto Arthur Conan Doyle, che tuttavia ha scritto un diverso tipo di gialli). Che quel qualcuno sia (finalmente) arrivato?
Questo romanzo è nettamente superiore al precedente. La tensione si respira fin dalla prima pagina e tiene il lettore letteralmente avvinto al romanzo fin proprio alla fine. Non svela nulla questa volta - nonostante gli indizi siano disseminati nel corso della storia - e riesce a creare un clima di attesa e di sospetto che non era molto evidente ne Il richiamo del cuculo.
Ottima è l'interazione tra il caso e le vicende private dei due protagonisti, il detective privato, eroe di guerra, Cormoran Strike, e la sua segretaria/assistente, Robin. Le vicende si intrecciano, così come avviene nella realtà e ciò testimonia - ancora una volta, come se ce ne fosse bisogno - che la Rowling è una scrittrice a 360° e non solo la 'mamma' di Harry Potter.
I personaggi sono molto approfonditi e scopriamo qui molte novità sia sulla famiglia di Cormoran che su quella di Robin. Lo stile è inconfondibile, anche se qui la nostra zia Row si è divertita a usare stili diversi (quando scrive stralci dei libri dell'autore scomparso). Ha inoltre mostrato un gusto per il macabro che onestamente non mi sarei mai aspettata da lei e che dimostra quanto sia cresciuta come autrice rispetto a quando ha pubblicato Harry Potter quasi vent'anni fa.
Insomma, se non lo avete ancora letto, fatelo. Cosa state aspettando?
Per il momento è tutto.

Biancaneve