venerdì 17 ottobre 2014

INTERVISTA AD ANTONELLA SENESE

Buongiorno, lettori, come promesso ecco l'intervista ad Antonella Senese, giovane scrittrice, direttore editoriale ed editor. Classe '81, nel 2011 ha fondato la casa editrice Libro Aperto International Publishing, con sede a Dublino, dove attualmente risiede.
Conosciamola meglio insieme.



BIANCANEVE (B): Buongiorno Antonella, benvenuta nel mio blog e grazie per aver accettato la mia intervista. Nel 2011 hai fondato la casa editrice indipendente Libro Aperto International Publishing. Una scelta coraggiosa, visto il difficile momento dell’editoria in Italia. Ci racconti di questa esperienza?
ANTONELLA SENESE (AS): Buongiorno Olimpia, grazie a te per lo spazio concesso. Nel 2011 è nata la Libro Aperto da unidea che si faceva largo nella mia mente da un po di anni. Mi sono avvicinata all'editoria piano, in punta di piedi. Scrivevo e lo faccio tuttora, ma non mi bastava, volevo fare di più, volevo far parte di questo mondo perché i libri sono sempre stata la mia più grande passione. I libri hanno cambiato la mia vita e lo fanno ogni giorno. I libri ti permettono di sognare, di riflettere, di viaggiare, di ridere e di emozionarti, di sentirti triste e di essere felice. Cosa c’è di meglio? Conoscevo la situazione del mercato editoriale italiano ma non mi spaventava: avevo il mio progetto e le mie idee e non mi sono preoccupata del resto, del momento difficile, della concorrenza. Penso che ognuno debba guardare al proprio lavoro e ai propri obiettivi, senza curarsi di come le cose intorno si svolgano, altrimenti non faremmo più nulla. Il momento è difficile, ma sinceramente, non ricordo un momento facile o felice per leditoria, almeno non negli ultimi dieci anni, quindi mi sono detta: è questo che voglio fare? La verità è che non c’è nullaltro che vorrei fare nella vita.
B: Il mercato editoriale in Italia è molto selettivo, e le piccole case editrici sono molto osteggiate dalle grandi e dal self publishing. Come riuscite a districarvi?
AS: Il mercato editoriale non è selettivo, anzi, forse in questo momento stiamo affrontando il problema inverso. Si dice spesso che ci sono più scrittori che lettori e che tutti ormai scrivono. In parte questo è vero, ma non così drasticamente. Il problema non è labbondanza di scrittori, il problema è che tutti pubblicano. Tutti possono scrivere nella quiete della loro stanza e possono far leggere le proprie opere a parenti e amici, ma non tutti devono per forza di cose pubblicare. Quindi, cosa si fa? Se non c’è un editore che ci seleziona, ci si butta sul self publishing, che dà la possibilità a tutti - e proprio a tutti - di pubblicare qualsiasi cosa. Cosa succede, quindi? Succede che il mercato è saturo e che non vi è più un confine tra il leggibile e il commerciabile. Una casa editrice opera una selezione ed è quello su cui puntiamo: scegliere testi validi e originali, che possano coprire un pubblico eterogeneo. Avere un catalogo vario, avere autori talentuosi e prezzi accessibili, su queste cose puntiamo e cerchiamo di affermarci nel campo editoriale, nonostante tutto.
B: Tu sei direttore editoriale, editor, scrittrice, traduttrice, moglie e mamma. Come riesci a fare tutto?
AS: Detta così potrei sembrare una donna di ferro e instancabile, ma la verità è che sono iperattiva e non riesco a fermarmi. Ho sempre idee da portare avanti e progetti su cui lavorare, è più forte di me. Il mio segreto è lorganizzazione, insieme a una dose di caffeina giornaliera non tollerabile per altri esseri umani e uninsonnia cronica che mi permette di lavorare fino a tarda notte. Mi piace tutto quello che faccio e lentusiasmo mi aiuta ad andare avanti: non rinuncerei a nessun aspetto della mia vita, quindi mi faccio forza, cercando di fare il maggior numero di cose possibile in una giornata.
B: Che cosa comporta il mestiere di direttore editoriale? E che differenza c’è tra direttore editoriale ed editor?
AS: Il direttore editoriale è colui che organizza tutto il lavoro in casa editrice: prende le decisioni importanti, cura le collane editoriali, programma le uscite, coordina il lavoro di promozione e di ufficio stampa. Almeno questo è quello che faccio, oltre a effettuare editing sui testi, valutazioni finali degli inediti pervenuti, occuparmi del rapporto con gli autori e con i rivenditori. Leditor è colui che effettua il lavoro di editing su un testo, dalla prima correzione agli interventi di stile e contenuto, mantenendosi sempre in contatto con lautore con il quale studia il modo migliore per rendere un testo leggibile, commerciabile e soprattutto, interessante e coinvolgente.
B: Come selezionate i vostri autori? L’Italia è piena di aspiranti scrittori, in base a cosa scegliete un romanzo invece di un altro?
AS: Abbiamo delle idee ben precise sulla nostra linea editoriale: sappiamo cosa vogliamo. Valutiamo i testi in base al genere, all'originalità della storia e anche in base alla forma, perché è vero che c’è sempre il lavoro di correzione ed editing da fare al quale non ci sottraiamo, ma è anche vero che se uno scrittore vuole davvero seguire questa strada, deve saper almeno scrivere in modo grammaticalmente corretto. Ci avvaliamo dellaiuto di un comitato di lettura composto da lettori di ogni genere al quale proponiamo i nostri testi dopo una prima scrematura. In seguito alla loro valutazione, riesaminiamo le opere e scegliamo quelle che hanno ottenuto il maggior numero di consensi, dal comitato, dai miei collaboratori e infine da me, che ho lultima parola. Riceviamo centinaia di inediti al mese e non sono affatto pochi, ma li leggiamo tutti, sempre.
B: Le parole che restano è il tuo primo romanzo. Ora lo avete tradotto in inglese, con il titolo di Empty Words (dal momento che ricordiamolo vi state espandendo anche allestero). Ci vuoi parlare di questa storia?
AS: Le parole che restano non è il mio primo romanzo, ma il primo pubblicato con la Libro Aperto. Una storia che ho scritto molti anni fa, in un momento in cui scrivere quel libro mi sembrava lunica cosa che potessi fare. La storia parla di una ragazza che fugge da una realtà dolorosa in cui si sente in gabbia, da un passato che non le permette di andare avanti e di lasciare dietro di sé tutto ciò che   la fa soffrire. La protagonista soffre di ansia e attacchi di panico e non riesce a interagire con il mondo come una semplice ragazza della sua età. Si trasferisce in Irlanda, dove finalmente, lontana da tutto, riesce a piccoli passi a respirare e a costruire le basi di una nuova vita, ma il passato torna sempre, e lei dovrà fare i conti con tutto quello che si porta dietro, prima di poter davvero essere libera. Una storia sofferta, di accettazione, consapevolezza e rinascita interiore. Un libro a cui sono molto affezionata e a cui devo tutto.
B: Il 30 settembre è uscito il tuo ultimo lavoro, Tre minuti di me. Parlaci di questo romanzo.
AS: E' una storia a cui ho lavorato molto e con una totale dedizione e a cui tengo con tutta me stessa. Tre minuti di me è una storia complicata, in cui la vera protagonista è la musica. Io non sono una musicista, ma dai musicisti sono circondata, e mi hanno aiutato con i dettagli tecnici. Avevo in mente questi personaggi, Amie e Adam, e pian piano la loro psicologia si è ben delineata. Da lì si sono formate anche le loro storie, storie molto forti e sentite.
B: Continuerai a pubblicare romanzi o ti dedicherai esclusivamente all'editing?
AS: Ho scritto molto in questi anni, ritagliandomi piccoli spazi di tempo per poter portare a termine le storie che prendevano forma nella mia mente, ma non ho più pubblicato, perché mi sono dedicata completamente al lavoro e ai miei autori. Mi sento più a mio agio nei panni di Editore che di Autore, preferisco restare nelle retrovie piuttosto che in prima linea, ma adesso sento che è arrivato il momento e ho pubblicato il nuovo romanzo, una delle novità autunnali della Libro Aperto, che è il primo volume di una trilogia. 
B: Puoi anticiparci qualcosa circa le prossime uscite della Libro Aperto, sia in Italia che all'estero?
AS: Questautunno avremo ben cinque nuove pubblicazioni a cui abbiamo lavorato tutta lestate. Saranno libri completamente diversi tra loro per genere e tematica, che potranno soddisfare ogni tipo di lettore. Abbiamo fatto un grande lavoro di scrematura perché negli ultimi mesi siamo stati davvero invasi dagli inediti, ma siamo soddisfatti delle nostre scelte. Per quanto riguarda il panorama inglese, invece, stiamo traducendo due dei nostri titoli che andranno ad affiancarsi a Empty Words a breve. Inoltre, siamo alla ricerca di autori inglesi da tradurre e da portare nel mercato italiano.
Insomma tanti progetti, tante idee e tanta voglia di lavorare, di dare spazio agli autori e di continuare per la nostra strada, guardando sempre e solo avanti.
Grazie mille per questopportunità, Olimpia. Un saluto a te e ai tuoi sostenitori!
Buona lettura a tutti!

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