lunedì 28 aprile 2014

INTERVISTA A VICKI SATLOW

Salve lettori compulsivi, invece di uno scrittore, oggi voglio presentarvi Vicki Satlow, importante agente letterario. Vorrei infatti mostrarvi - attraverso nuove interviste - il mondo che ruota attorno alla pubblicazione di un libro.
Nota nell'ambiente editoriale come "la rossa americana", Vicki Satlow, dopo aver lavorato a New York si è trasferita in Italia, dove ha creato la sua agenzia letteraria, la Vicki Satlow Literary Agency, che ha sede a Milano.
Vicki Satlow è l'angelo custode - tra gli altri - di Susanna Tamaro e Diego Galdino.
Buona lettura!


BIANCANEVE (B): Gentilissima Dott.ssa Satlow, grazie per avermi concesso questa intervista e benvenuta nel mio blog. Lei è un'agente letteraria molto quotata e apprezzata. Qual è stato il suo iter?
VICKI SATLOW (VS): Grazie! Dopo aver lavorato a New York sono venuta a Milano per uno stage. Da lì sono stata fortunata.. Devo dire che leggo molto e lavoro tanto. Amo molto il mio lavoro e credo che la parola scritta abbia la forza di cambiare la vita di molte persone.

B: Sul suo mestiere, qui in Italia, c'è molta confusione. Vorrebbe spiegare cosa fa esattamente un agente letterario?
VS: Non so cosa facciano gli altri, ma posso dire che cerco di identificare il talento, di nutrirlo e poi di mettere l'autore economicamente ed emotivamente in grado di scrivere.

B: Qual è la differenza tra questa figura professionale in Italia e in America?
VS: Nessuna.

B: La maggior parte delle agenzie letterarie costano parecchio, cosa che scoraggia molti aspiranti scrittori. E' lo stesso anche per la sua agenzia?
VS: Non mi ritengo una critica letteraria e quindi non chiedo soldi per la valutazione. Lavoro esclusivamente su commissione. Se mi piace, rappresento l'autore o l'autrice, se no, no. In cambio non sono tenuta a rispondere né a fornire giustificazioni.

B: Cosa le fa decidere di rappresentare uno scrittore?
VS: La mia reazione all'opera deve essere forte ed emotiva e devo sperare di poter fare qualcosa per lo scrittore che lui o lei non può fare da solo.

B: Lei è americana, eppure ha scelto di fare questo mestiere in un Paese - l'Italia appunto - in cui si legge poco. Come mai questa scelta?
VS: Per motivi personali. Amo l'Italia e credo che abbia ancora molto da offrire al mondo.

B: Quali consigli darebbe a un aspirante scrittore?
VS: Di leggere e di avere l'umiltà di accettare le critiche e di continuare a scrivere. Se ha qualcosa di sostanzioso da dire e gli strumenti per dirlo, prima o poi sarà premiato.

1 commento: