domenica 30 marzo 2014

L'IMMORTALITA' DELLA STORIA

Rieccomi con la recensione domenicale. Oggi voglio analizzare per voi il primo romanzo di un autore che mi ha colpito particolarmente. Mi riferisco a Massimiliano Colombo e al suo La legione degli immortali. Colombo ha esordito pochi anni fa ed è stato quasi subito - a giusta ragione - considerato il naturale erede di - nientepopodimeno che - Valerio Massimo Manfredi.
Come avrete certamente intuito, il genere di questo scrittore - che pubblica con Piemme - è il romanzo storico. Oltre a questo libro, ha scritto anche Il vessillo di porpora e Draco. L'ombra dell'imperatore, che criticherò per voi prossimamente.


TRAMA:
Nel 35 a.C. un vecchio soldato, dal ponte di una nave, osserva le coste della Britannia, ormai vicinissime. E comincia a raccontare. Venti anni prima aveva compiuto un altro viaggio verso quella terra insieme alla Decima Legione, la sua legione. A capo dell'esercito c'era Cesare. Sulla spiaggia, ad attenderli, un esercito di feroci guerrieri. Gli uomini erano titubanti. Sarebbe stato più prudente tornare indietro? Rinunciare? L'aquilifero (colui che portava il vessillo con l'aquila, nda), Lucio Petrosidio non aveva avuto dubbi e si era gettato in mare. L'intera legione l'aveva seguito.
Questa era stata solo la prima delle tante battaglie che gli uomini della Decima, Lucio, Massimo, Quinto, Valerio, Emilio hanno dovuto combattere per conquistare la Britannia e per proteggere la bella Gwynith dai capelli rossi, di cui Lucio era innamorato.
L'appuntamento col destino c'era stato ad Atuatuca, dove l'esercito era stato massacrato.
Chi è dunque quell'uomo e qual è il compito che deve portare a termine?

RECENSIONE:
Un romanzo che non si dimentica, questo di Massimiliano Colombo, forte, ma allo stesso tempo delicato. Racconta una storia d'amore passionale ma anche tenera che evidenzia un rispetto per la donna (una schiava, quindi all'epoca senza valore) da cui molti uomini oggi dovrebbero imparare.
Ma non ci sono solo l'amore o la guerra. Colombo delinea con efficacia il cameratismo che si instaura tra gli uomini della Decima, per i quali la legione è la vera famiglia (molti sono entrati a farne parte che avevano appena sedici anni). Ed è per la legione, forse ancora di più che per la patria, che quegli uomini sono pronti a morire. Un cameratismo che va addirittura oltre la morte di molti di loro.
Per gli appassionati del genere, sono presenti inoltre intrighi e giochi di potere.
Colombo parte da eventi realmente accaduti, di cui ha letto nel De Bello Gallico di Cesare, e inspiegabilmente sceglie un episodio minore, completamente dimenticato e raramente preso in considerazione dagli studiosi (tanto è vero che non ve ne è traccia né nei libri scolastici né in quelli universitari), perché a malapena accennato nelle fonti, in quanto causa di imbarazzo per i Romani vincitori. L'agguato di Atuatuca (poiché di questo si è trattato) è stato un vero massacro: si stima che nel corso di una giornata trovarono la morte dagli otto ai dodicimila uomini.
Ma non è solo la precisa ricostruzione storica, visibile in ogni più piccolo dettaglio, dall'organizzazione delle legioni, ai costumi e addirittura al cibo dei legionari, che mi ha colpito di questo romanzo, ma anche lo stile incalzante e allo stesso tempo descrittivo usato dall'autore.
Insomma un romanzo che vale la pena di essere letto sia che siate appassionati di storia sia che vi piaccia semplicemente leggere. E' un romanzo completo, accattivante, ben costruito e ben scritto.
Cosa volete di più?
Per il momento è tutto.

Biancaneve

Nessun commento:

Posta un commento