domenica 2 marzo 2014

I REGNI DI NASHIRA - IL SOGNO DI TALITHA

Salve lettori, martedì uscirà qui sul blog l'intervista a Licia Troisi, la più celebre autrice fantasy italiana. Per l'occasione, la recensione domenicale sarà dedicata proprio a lei e alla sua ultima saga, I regni di Nashira. Oggi vi parlerò del primo volume, Il sogno di Talitha e domani del secondo, Le spade dei ribelli.
Buona lettura!


TRAMA:
A Nashira l'aria è un bene prezioso perché è prodotta solo dagli alberi e trattenuta da una pietra arcana. Per questo motivo le città sorgono all'ombra degli alberi, che impediscono di vedere i due soli, Miraval e Cetus. Ma non è questo l'unico motivo per cui gli abitanti di Nashira, i Talariti (padroni) e i Femtiti (schiavi) non guardano mai il cielo: un'antico dogma religioso lo vieta. Perché?
E' quello che cerca di scoprire Talitha, giovanissima talarita figlia di un potente e influente conte del Regno dell'Estate, quando viene mandata in monastero per prendere il posto della sorella maggiore Lebitha, morta improvvisamente in circostanze misteriose. 
In ballo, la salvezza del mondo. Riuscirà Talitha, insieme al suo fedele schiavo Saiph, a scappare dal monastero per portare a termine la sua missione?

RECENSIONE:
Un romanzo delicato ma incisivo questo di Licia Troisi, una storia forte ma delicata. Con la saga I regni di Nashira, questa autrice, pur restando nell'ambito fantasy, rivela una crescita rispetto ai primi romanzi, in modo particolare alle Cronache del Mondo Emerso (che, per una questione meramente affettiva, dal momento che con quei personaggi ci sono cresciuta, rimangono comunque i miei preferiti, nda). 
Ricco di colpi di scena, il romanzo riesce a tenere il lettore col fiato sospeso fino all'ultima pagina, lasciandolo alla fine insoddisfatto e desideroso di dedicarsi immediatamente all'altro volume, per scoprire come evolverà la vicenda.
La Troisi affronta in questa saga temi scottanti come la schiavitù e i maltrattamenti a essa connessi, il conflitto generazionale padre-figlio, l'oscurantismo dovuto a una parte della casta sacerdotale... E la fine del mondo, forse influenzata dall'indimenticabile 21/12/2012? - chissà!
Ma non finisce qui. I personaggi sono grandiosi, fortemente caratterizzati, anche se non sempre coerenti con se stessi. Umani e verosimili, insomma. E, pur avendo scritto storie in cui le protagoniste sono molto simili tra loro - giovani donne guerriere - riesce comunque incredibilmente a renderle uniche.
Lo stile poi è secco, deciso, semplice, privo di inutili orpelli. Tuttavia, allo stesso tempo riesce a rendere con un'efficacia quasi poetica le descrizioni e a scrivere metafore sulle condizioni psicologiche dei personaggi delicate e struggenti.
Insomma, se non lo avete ancora letto, mi sto sinceramente chiedendo: cosa state aspettando??
Per il momento è tutto.

Biancaneve

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